Parchi del Ducato
Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale
Parco dei Boschi di Carrega
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L'ambiente dei calanchi

La porzione meridionale del territorio del Parco è occupata da rilievi argillosi dalla morfologia particolare, i calanchi.  I calanchi sono formazioni molto ripide che si formano su colline argillose che, per l'erosione causata dagli agenti atmosferici, si trasformano in versanti scoscesi ricchi di creste e vallecole.

Questo ambiente è caratterizzato da un microclima del tutto particolare, molto secco, perchè l'acqua scivola via rapidamente, e molto caldo perchè l'erosione del suolo non consente l'isediamento di comunità vegetali stabili o complesse. 

I più noti si trovano in località Maiatico, ma tutti i confini meridionali del parco si caratterizzano per queste particolari forme del paesaggio. La colorazione grigia della parte basale e quella giallo-arancio degli strati più superficiali, ci svelano la loro origine. Gli strati grigi, predominanti e di natura argillosa, si depositarono nel Pliocene e Quaternario inferiore (dai 6 ai 2 milioni di anni fa) sul fondo di un mare che allora ricopriva tutta la pianura padana. I depositi giallastri, di tipo limoso-sabbioso, furono invece depositati circa 500.000 anni fa, dai primi corsi d'acqua che andavano scorrendo sulla terra emersa a seguito dell'innalzamento dei fondali marini e del progressivo ritiro del mare. Durante questa fase gli organismi marini furono sepolti in profondità e la maggior parte di essi si decompose senza lasciare traccia, ma le parti più dure (ad es. le conchiglie) si conservarono sotto forma di fossili. L'azione erosiva operata dall'acqua sui sedimenti fluviali ha poi lentamente portato all'affioramento dei sedimenti argillosi e, con essi, dei resti fossili degli antichi organismi marini.

L'aspetto brullo dei calanchi, colonizzati solo da poche specie particolarmente resistenti, è giustificato dalle condizioni di vita estreme determinate dall'aridità del terreno, dall'instabilità delle pendenze e dalla natura altamente erodibile di questi affioramenti argillosi che li rende soggetti a continue modificazioni. Per questi motivi gli alberi sono assenti e gli arbusti sono radi e presenti in fitti cespuglieti solo prima di giungere nel cuore dei calanchi. Le piante che meglio si adattano sono le erbacee annuali. Piante cioè con un ciclo di vita di un anno che fanno la loro comparsa nella stagione favorevole (primavera) e che, prima dell'avvento della brutta stagione, rilasciano semi che germinano l'anno successivo dando origine a nuove piantine.
Tra le piante che meglio si adattano a queste condizioni, troviamo l'Erica, la Rosa canina, la Ginestra, che contribuisce con le sue radici a dare un po' di equilibrio a questi versanti in perenne erosione, ma anche il Biancospino, il Prugnolo e,  nelle zone meno impervie, la Roverella. Molto importanti anche le Orchideee (protette nella loro intera famiglia) che ben si adattano a questi terreni aspri e tra aprile e giugno si mostrano con delicate fioriture.

I calanchi, citati anche nell'elenco degli habitat della Regione Emilia-Romagna elaborato in conformità alla Direttiva Habitat, per il loro patrimonio e per le loro caratteristiche ambientali, sono oggi una delle zone più delicate e più interessanti del Parco, anche per gli avvistamenti faunistici.

Calanchi
(foto di PR Boschi Carrega)
Calanchi
(foto di PR Boschi Carrega)
Calanchi
(foto di PR Boschi Carrega)