Parchi del Ducato
Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale
Parco dei Cento Laghi
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Fauna

Tra le specie simbolo del parco il lupo appenninico è sicuramente quella di maggiore interesse dopo che questa specie, tradizionalmente sottoposta a un'accanita persecuzione, negli ultimi anni ha conosciuto un periodo di incremento sia spaziale sia numerico.. 

A influenzarne positivamente l'attuale presenza non sono state le presunte quanto inesistenti immissioni operate dall'uomo, ma piuttosto il netto incremento delle popolazioni di prede, soprattutto ungulati, e il progressivo spopolamento della montagna e il conseguente abbandono delle pratiche agricole e forestali.

Le migliorate condizioni ambientali hanno così favorito il lupo nella sua azione di ricolonizzazione dell'Appennino settentrionale, avendo come punto di irraggiamento le poche zone dell'Appennino centrale, dove era sopravvissuto alle persecuzioni.

Oggi la specie è ampiamente diffusa anche in ambienti collinari e planiziali, dimostrando una grande adattabilità sia rispetto a nuove risorse alimentari (nutrie, fagiani, scarti degli allevamenti zootecnici smaltiti più o meno legalmente o in attesa di smaltimento), sia rispetto al disturbo apportato dalle attività umane.

Il capriolo, specie meglio adattata ad ambienti meno elevati ed ecotonali, da alcuni anni si trova in competizione col cervo, in deciso aumento su scala locale e nazionale, mentre la specie più diffusa, sebbene elusiva, è il cinghiale, che subisce forti oscillazioni numeriche stagionali risentendo largamente della gestione venatoria alla quale è sottoposto da decenni.

Nel parco gli uccelli sono, tra i vertebrati, il gruppo che comprende il maggior numero di specie, sia stanziali che di passo visto che i valichi appenninici rappresentano punti obbligati di transito per i migratori.

Il passo del Lagastrello (alta Val d'Enza) è interessato da un notevole passaggio di falconiformi e columbiformi, mentre sui valichi del Cirone e della Cisa (Val Parma e Baganza) si concentra il flusso dei passeriformi.

La più significativa ed affascinante delle emergenze è l'aquila reale che da diversi anni nidifica nelle poche e preziose pareti rocciose del Parco. Tra i rapaci diurni sono inoltre nidificanti falco pecchiaiolo, astore, sparviere, poiana, gheppio, lodolaio e falco pellegrino.

Tipici degli ecosistemi boschivi sono assiolo, upupa e picchio rosso minore. Dove prevale il faggio, tuttavia, si rinvengono cincia bigia, ciuffolotto e picchio rosso maggiore, mentre nei rimboschimenti artificiali di conifere sono da segnalare rampichino alpestre, cincia dal ciuffo e gufo reale. Negli ultimi anni, a seguito di una diffusa espansione su tutto l'arco alpino occidentale, il picchio nero è diventata specie nidificante, arricchendo così le foreste del Parco del più grande picchio europeo.

Torrenti e in qualche caso laghi d'alta quota sono l'habitat del raro merlo acquaiolo, una specie amante delle acque limpide a corrente veloce, entro cui si emerge per catturare larve di invertebrati.

La cosiddetta "fauna minore" raggruppa tutti quegli animali, spesso poco considerati o addirittura bistrattati, che tuttavia svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi. Queste specie interessano infatti la quota preponderante della fauna italiana, e rappresentano i principali componenti delle catene alimentari, organismi essenziali per la regolazione dei cicli biologici. In Emilia Romagna esiste anche una legge regionale a tutela della "Fauna Minore" (L.R. 15/2006).

Tra la fauna minore i micromammiferi sono rappresentati da toporagni, arvicole (tra le quali l'arvicola delle nevi), moscardino e ghiro. Comuni sono anche volpe tasso (che predilige le situazioni dove i prati si alternano ai boschi) donnola, faina e puzzola.

Fra gli altri anfibi presenti, nelle pozze e in prossimità dei torrenti, sono da segnalare tritone crestato, salamandra pezzata, rospo comune, rana temporaria e rana agile, che possono essere osservati con facilità anche in aree inerbite e fresche, sotto tronchi marcescenti e pietre, e nel sottobosco.

Tra i rettili sono presenti lucertola campestre e ramarro; il serpente più diffuso, e il solo che puó rappresentare un pericolo per l'uomo, è la vipera comune.

I mammiferi di medie dimensioni più comuni sono volpetasso e istrice, specie che di frequente condividono le medesime tane sotterranee, ricche di tunnel e stanze e dalla complessa architettura. Oltre al tasso, altri sono i mustelidi presenti, sebbene assai elusivi e di difficile osservazione: la donnola predilige i muretti a secco intervallati a prati e siepi; la faina frequenta gli ambienti antropizzati, i fienili e le aree boschive; la puzzola è invece legata ai corsi d'acqua dove cattura anfibi ed invertebrati. 

Confinate perlopiù nella fascia montano-collinare, dove la presenza di specie alloctone e l'antropizzazione dei sistemi idrici risultano meno diffuse, persistono alcune popolazioni di gambero di fiume europeo, il più grande invertebrato acquatico presente nei nostri territori. La specie, ad oggi in critico stato di conservazione, svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento dell'equilibrio dei sistemi acquatici, motivo per cui è attualmente in corso il progetto LIFE CLAW (www.lifeclaw.eu/en - www.facebook.com/Lifeclawproject), cofinanziato dall'Unione Europea, che mira alla salvaguardia di questa specie lungo l'arco dell'Appennino nord-occidentale tra Liguria ed Emilia-Romagna.

La vocazione ittica dei corsi d'acqua e dei laghi dell'area Parco, intesa come tipologia e consistenza dei popolamenti ittici che ospitano, è da ricondurre prevalentemente alla trota fario, specie-guida di queste acque, che per il suo migliore adattamento alle condizioni ecologiche risulta dominante, se non addirittura l'unica presente.

La sopravvivenza di pesci nei laghi d'alta quota è difficile visti l'isolamento geografico e la scarsità di sostanze nutritive.

Aquila reale maschio adulto
(foto di Michele Mendi)
Cincia dal ciuffo
(foto di M.Mendi)
Volpe
(foto di M.Mendi)
Ramarro
(foto di Angelo Battaglia)
Capriolo
(foto di PR Cento Laghi)