Parchi del Ducato
Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale
Parco dei Cento Laghi
Home » Aree Protette » Parco dei Cento Laghi » Il Parco... da sapere » Natura, cultura e paesaggi

Storia, arte e cultura

La vita quotidiana dei montanari di queste valli, dura come nel resto dell'Appennino, è proseguita per secoli in un tranquillo isolamento, che offriva agli abitanti anche innegabili vantaggi: l'asperità dei luoghi e i prolungati inverni, ad esempio, scoraggiavano invasioni e scorrerie e l'autonomia goduta dal territorio permetteva di contenere i tributi e rendeva più facili gli scambi (anche di contrabbando) con la Toscana e i possedimenti estensi.

Nonostante gli occasionali ritrovamenti paleolitici ed etruschi, le condizioni climatiche e le aspre morfologie del settore orientale dell'Appennino parmense non hanno storicamente favorito gli insediamenti e l'apertura di direttrici importanti.

Per contro, a partire dal Medioevo, le valli dei torrenti Parma e Cedra, furono per secoli assoggettate a istituzioni feudali caratterizzate da una forte autonomia.

Il feudo di Corniglio venne trasformato in contea dai Rossi, signori di Parma, che costruirono a Bosco di Corniglio un importante castello di cui oggi non restano che alcuni ruderi. Il potere dei Rossi terminò intorno al '600 in occasione dell'avvento del Ducato dei Farnese.

Monchio delle Corti, invece, per quanto legato ai vescovi di Parma, fu per secoli protagonista di un'originale forma di autogoverno estesa all'alta valle del Cedra e a limitate porzioni di quelle di Bratica e Enza.

Il governo delle 14 corti (Monchio, Casarola, Ceda, Grammatica, Lugagnano, Nirone, Pianadetto, Riana, Rigoso, Rimagna, Trefiumi, Valcieca, Valditacca, Vecciatica), che sopravvissero come istituzione sino all'epoca napoleonica, era affidato a un podestà di nomina vescovile, che ebbe sede prima a Rigoso e poi a Monchio.

Di antiche origini, come Corniglio e Monchio, anche il territorio di Tizzano Val Parma, zona fertile e di facile accesso, fu sede di un feudo conteso, nella sua storia, tra diverse casate: dai Da Correggio, ai Fieschi, ai Pallavicino, ai Terzi, agli Sforza, ai Farnese, fino ai Venturi, ultimi signori di Tizzano e Ballone.
A testimonianza dell'illustre passato rimangono, alla sommità del borgo, i suggestivi resti dell'antico castello, di cui si hanno notizie a partire dal X secolo.

Tizzano ha rappresentato anche un luogo strategico dal punto di vista dell'organizzazione territoriale ecclesiastica: ubicato lungo l'antica Via di Linari, una delle arterie della Via Francigena, e sede di un Pievato, ad espressione del quale si incontra, in posizione panoramica, la Pieve di san Pietro Apostolo risalente all'XI secolo.

Il Comune di Neviano degli Arduini era attraversato da antiche strade romane e medioevali. Se ne possono vedere le tracce nelle architetture delle corti agricole di origine trecentesca di Scurano oppure nell'antica Pieve di Sasso, Monumento Nazionale tra le migliori costruzioni romaniche del Parmense, risalente tra la fine dell'XI secolo o all'inizio del XII. 

I sentieri verso il crinale, percorsi da pastori e greggi e da chi si avventurava sul versante opposto per scambiare i prodotti delle valli, erano costellati di immagini sacre scolpite in lastre di marmo bianco e incorniciate da decorazioni in arenaria.

In tutto il territorio del parco "le maestà" sono particolarmente numerose, anche se a volte dimenticate e nascoste e più spesso oggetto di vergognosi furti, e si incontrano un po' ovunque, a lato delle strade, inserite nei massi erratici, lungo i sentieri che si inoltrano nei boschi e tra i pascoli, all'interno dei centri abitati.

Sono riconducibili a tre tipologie fondamentali: maestà delle case, delle fonti e delle strade, a seconda che siano poste sui muri delle abitazioni, sui frontoni delle fontane o, in forma di edicola, lungo la viabilità.

Anche in età contemporanea le forme di espressione artistica e culturale hanno lasciato in queste valli "segni" a volte notevoli, quali ad esempio le opere poetiche che il Poeta Attilio Bertolucci ha dedicato a Casarola (paese natale del padre), o le opere pittoriche che l'artista Walter Madoi ha lasciato sui muri delle case e nella Chiesa del piccolo borgo di Sesta Inferiore a Corniglio, suo "paese d'elezione".


Un periodo storico molto importante anche per i comuni montani del Parco fu quello della dominazione Longobarda
Nella primavera del 568 i Longobardi, agguerrita popolazione germanica di origine nordeuropea, migrarono dall'Austria-Ungheria e invasero l'Italia passando dal Friuli.
Rapida fu la conquista di Veneto, Lombardia (che a loro deve il nome) e delle città emiliane di Parma, Piacenza e Modena. Visto che per lungo tempo Liguria, Romagna ed Emilia ad est di Modena restarono in mano Bizantina, l'espansione del dominio Longobardo verso la Toscana (Tuscia) e i ducati di Spoleto e Benevento potè avvenire grazie ad alcuni passi dell'Appennino parmense tra Val Parma, Val Baganza e Lunigiana.
La lunga dominazione Longobarda, che seppe fondere le proprie radici culturali con quelle dei territori via via occupati, ci ha lasciato non solo testimonianze "fisiche" di tipo archeologico, artistico-culturale e architettonico, ma anche un ricco patrimonio "immateriale" fatto di usi e costumi, credenze religiose, toponomastica e utilizzo delle risorse naturali a scopo agroalimentare. Per ricordare questo importante periodo storico e valorizzare l'itinerario che porterà il visitatore dalla fascia pedecollinare fino al Passo del Cirone al confine con la Lunigiana, abbiamo realizzato il progetto "La Via Longobarda tra Val Parma e Val Baganza: valorizzazione turistica attraverso la storia dei beni culturali del territorio", grazie ad un finanziamento di Fondazione Cariparma e dei comuni di: Sala Baganza, Felino, Calestano, Langhirano e Corniglio.

Il progetto, coordinato dalla nostra Area Cultura, Turismo e Comunicazione, si traduce in una mostra itinerante, preceduta da uno studio storico-documentale, entrambi curati da Franca Manzini in collaborazione con Gianluca Bottazzi e Italo Pizzati.
Per approfondire i contenuti della ricerca sul periodo Longobardo, scarica questi documenti:

Pastore di Pecore Cornigliesi
(foto di L. Gilli)
Pieve di San Pietro
(foto di Davoli)
I ruderi del Castello dei Rossi a Bosco di Corniglio
(foto di Marco Rossi)
Affresco di Walter Madoi a Sesta Inferiore di Corniglio
(foto di Marco Rossi)
Pannello introduttivo della mostra itinerante
(foto di PR Cento Laghi - Emilia Occidentale)