Le zone umide
Con questa terminologia intendiamo definire tutti quegli ambienti, ad esclusione del greto del fiume, caratterizzati dalla presenza di acque ferme o poco correnti.
Nel Parco questa situazione è riconducibile a varie tipologie.
- Rami secondari del fiume: costituiscono parti del fiume che vengono alimentate dagli eventi di piena e tendono nel tempo a prosciugarsi. La corrente debole fa si che il limo si depositi sul fondo, favorendo la crescita di organismi vegetali. Molte specie di limicoli e di aironi si cibano nelle acque basse.
- Canali: solitamente creati per scopi irrigui, sono spesso contornati da boschetti di Ontani e Salici e sono caratterizzati da presenza di canneto e di altri vegetali come carici e tife. Sulle rive scoscese e più nascoste spesso nidifica il Martin pescatore.
- Laghi di ex cave: l'attività estrattiva tesa al prelievo di ghiaia dal suolo, sovente arriva a scoprire la falda acquifera determinando la formazione di veri e propri laghi dalle acque più o meno profonde.
A seconda delle diverse profondità si creano con il tempo degli ambienti di palude formati da una abbondante vegetazione di idrofite (Brasca comune, Mestolaccia), e di tantissime altre specie vegetali legate all'acqua: Tifa, Carice, Cannuccia di palude.
La ricchezza della vegetazione attira un gran numero di uccelli che vi si nascondono e trovano nutrimento.
Tramonti a chiesuole
(foto di PR Taro)
Le Chiesuole
(foto di PR Taro)