Con i suoi (quasi) 9 cm di lunghezza è uno degli insetti più grandi. Conosciuto per le enormi mandibole dei maschi che ricordano le corna di un cervo, vive nei boschi di latifoglie dove si nutre della linfa di Querce, Pioppi, Ciliegi, ecc.
Se scorgiamo uno di questi coleotteri, la prima cosa da pensare è la sua storia: è ovviamente nato da un uovo, deposto sotto un albero. La femmina, con le forti mandibole, scava la radice fino a trovare la linfa viva e qui posa le uova. Nasce una larva che si nutre di legno morto e in decomposizione, senza danneggiare la pianta. Per qualche anno la larva mangia e cresce. Raggiunta la dimensione giusta (6-8 cm di lunghezza e 1 cm di diametro) si trasforma in pupa e dopo pochi mesi in insetto adulto. L'intero ciclo dura fino 6-8 anni (raramente 10).
Perché studiamo il Cervo Volante nel Parco Boschi di Carrega??
Perché è un indicatore dello "qualità" del bosco! La sua presenza è sinonimo di una foresta ad alta naturalità, con grossi alberi ricchi di cavità e legno morto (fondamentale per la biodiversità). Semplificando, più cervi volanti ci sono più il bosco è in salute.
Ma come si fa a contare i cervi volanti??
Metodo: una volta individuate le parcelle boschive più adatte si tracciano dei percorsi (transetti) di mezzo km ciascuno su questi si effettuerà il monitoraggio.
Pazienza: il cervo volante ha abitudini crepuscolari e notturne. A cavallo del tramonto si percorrono i transetti, molto lentamente (più di 5 minuti per fare 100 metri) prendendo nota degli esemplari trovati e cercando di non farsi sfuggire nulla.
Spirito di osservazione: cercare sul far della sera insetti scuri che stanno su foglie marroni o su cortecce scure, mica è facile! Ma è un po' come andare per funghi… pian piano ci si abitua e s'impara a scorgere un numero sempre maggiore di esemplari. S'impara anche a riconoscere il caratteristico ronzio dell'insetto in volo, registrando anche questo dato.
Per avere più informazioni: si applica il metodo del "Mark resight", ovvero la marcatura e ricattura. Con un pennarello atossico si marcando gli individui sul ventre (v. foto). E' così possibile avere una stima numerica della popolazione e altre informazioni utili (rapporto sui sessi, mobilità, ecc.).
Ed ecco i numeri (estate 2022): 248 esemplari di cui 205 maschi, 26 femmine (i maschi scorrazzano in giro, mentre le femmine se ne stanno più intanate) e 17 indeterminati (avvistati in volo ma non catturati). Questo dato non è un numero esatto, ma ripetendo l'osservazione anno dopo anno si può scoprire se la popolazione aumenta o diminuisce. Conoscendo le dimensioni del transetto e il numero di Cervi Volanti, se ci muoviamo in una superficie boscata con caratteristiche costanti, si può stimare la consistenza della popolazione in una data area. È il caso del "Bosco della Capannella" in cui sono presenti circa 5000 Cervi Volanti, raggiungendo una densità tra le più alte d'Europa.
Ricercatori coi controfiocchi: i monitoraggi sono stati anche un ottimo esempio di Citizen Science (la scienza fatta dai cittadini). Più di 100 volontari nel corso degli anni hanno aiutato i nostri ricercatori, portando un contributo determinate. In queste occasioni pubbliche si è anche scoperto che i "migliori" osservatori sono bambini e ragazzini: la loro curiosità innata unita al loro entusiasmo ha dato risultati veramente notevoli!
Il Cervo Volante è specie di interesse conservazionistico a livello comunitario, inserita nella Direttiva "Habitat" 92/43/CEE per il calo numerico e di areale delle popolazioni europee. La principale minaccia consiste dell'alterazione dei boschi, con rimozione dei vecchi alberi e del legno morto o marcescente. Da oltre 20 anni la gestione forestale del parco tiene conto di questi aspetti, lasciando una certa quantità di alberi caduti, ceppaie, cataste di legna per favorire la biodiversità ed anche il Cervo Volante.
Le ricerche sono coordinate dal nostro tecnico Emanuele Fior, in collaborazione con l'Università degli Studi di Parma.